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9 dicembre 2011

LA MUFFA


La muffa è un problema con cui molti di voi avranno avuto a che fare. Cibo dimenticato nel frigorifero o nella fruttiera, pareti esposte a nord (specie nei mesi invernali), e in genere tutte le cose intrise di umidità che non si asciuga sono quasi certi ricettacoli di muffa.

Le muffe sono specie di funghi che si formano quando c'è umidità e scarsa circolazione d'aria. L'umidità persistente che non si asciuga è l'habitat ideale per le loro spore, che attecchiscono e proliferano con risultati dannosi sia per l'estetica che per la salute: non dimentichiamo che queste spore, se inalate, possono anche avere effetti allergici e velenosi per animali ed umani, e possono intaccare quelli vegetali. Ecco perché è importante prevenire e risolvere questo problema al meglio.

Qui ci occupiamo della muffa che si può formare nei vostri vasi da giardinaggio. Questo problema si presenta quando abbiamo del substrato troppo poco drenante, troppo umido, in posizione non ventilata e non soleggiata. In pratica il terriccio troppo pressato, troppo irrigato, messo in vasi di plastica all'ombra e in posizioni nascoste, è un potenziale (anzi, quasi sicuro) obiettivo della muffa. L'inverno è la tipica stagione della muffa nei vasi, quando ritirate all'interno le piante che soffrono il freddo e continuate ad annaffiarle come se fosse Ferragosto. Porte e finestre sono sempre chiuse, quindi l'acqua nel terreno dei vasi fatica ad evaporare perché l'aria dell'ambiente è già molto satura di umidità che non si riesce a smaltire, a causa della mancata ventilazione tra interno ed esterno. Il substrato rimane sempre umido e le spore delle muffe attecchiscono e si moltiplicano. In teoria le muffe casalinghe (nei vasi ma anche sulle pareti, non dimenticatelo) appaiono quando l'umidità relativa ambientale supera il 55%. Tenete comunque presente che se le condizioni sono favorevoli, la muffa può presentarsi in ogni stagione ed anche all'aperto.

Cosa fare quando trovate muffa nei vasi? Intanto chiariamo subito che è da togliere in ogni caso, come detto prima può essere dannosa per voi e anche per le vostre amiche verdi. Ci sono, al solito, tanti prodotti chimici deputati allo scopo ma provate prima metodi più naturali, come quello più intuitivo e semplice di eliminarla meccanicamente. Il sistema più sicuro e radicale sarebbe quello di cambiare vaso alla pianta, estraendola da quello vecchio e togliendo la maggior quantità possibile di terreno dalle radici, per poi metterla in un nuovo vaso o in quello vecchio accuratamente pulito e lavato, con del nuovo substrato più drenato. Questa operazione è però molto stressante per la pianta, specie se fatta d'inverno quando non è proprio al meglio delle sue capacità vegetative.

Un sistema meno invasivo sarebbe quello di eliminare solo lo strato di terreno contaminato, ed è quello che vi consiglio prima di pensare a soluzioni più estreme. Prendete un cucchiaio e cominciate a levare delicatamente il terriccio ammuffito dalla superficie del substrato, cercando di non mescolare quello che state togliendo a quello che lascerete nel vaso per ovvi motivi di recidive. Grattate via bene anche quello che rimane sulla parete del vaso man mano che procedete. Facendo questa operazione tenete conto della specie vegetale che state curando: ci sono radici di forma diversa e più o meno profonde, quindi dovrete stare attenti a non danneggiarle scavando troppo e troppo violentemente. Dopo avere tolto circa 1-2 cm di terreno, sostituitelo con altro più secco e drenante: ad esempio ci sono terricci da semina leggeri, oppure potreste ricoprire la superficie esposta con materiali inerti come l'argilla espansa o la perlite (che assorbono umidità).

Come avrete forse immaginato il materiale aggiunto dovrebbe avere la doppia funzione di sostituire quello tolto e di funzionare come assorbente dell'umidità in eccesso ancora presente nel vaso. Questo è vero solo nel caso aggiungiate altro terriccio, mentre argilla espansa e perlite sono (come detto prima) inerti, cioè assorbono solo umidità ma non sono substrati fertili. Personalmente preferisco il terriccio da semina secco e drenante: dopo averlo aggiunto pressatelo un po', chiudendo bene l'interstizio che si forma tra substrato e parete del vaso, così si evita che eventuali spore residue nel vecchio terreno riattecchiscano e che nuove lo raggiungano. Se non fate questa operazione di aggiunta, e lasciate scoperto il substrato più vecchio, vedrete infatti che dopo un po' di tempo la muffa si riforma quasi di sicuro.

Concludo consigliandovi di avere sempre l'accortezza preventiva, specie per le piante in interno e in questa stagione, di essere parsimoniosi con l'acqua e di aspettare sempre che il terreno asciughi prima di annaffiare ancora.