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3 maggio 2012

IL DRENAGGIO


Abbiamo già visto qui le basi della preparazione dei vasi: ora vediamo qualcosa di più specifico parlando del drenaggio. Drenaggio è una parola che in giardinaggio descrive una serie di sistemi per evitare che l'acqua di irrigazione ristagni nel substrato dei vasi.

Il ristagno di acqua in un vaso è pericoloso perché può favorire malattie, marciume e soffocamento delle radici. Un drenaggio si può ottenere in diversi modi:
  • Usando terriccio di grana grossa e non troppo pressato.
  • Mescolando materiali inerti al terriccio.
  • Posando uno strato di materiali inerti sul fondo del vaso.
  • Combinando questi sistemi.
Come materiale inerte si intende una sostanza che non partecipa al nutrimento della pianta e/o alla composizione chimica del terriccio. Nel post linkato prima ho affermato che il drenaggio è utile ma non strettamente necessario, ora vediamo perché. Preparare un drenaggio costa tempo e materiale (costo che però, intendiamoci, non è così elevato), perciò cerchiamo di usarlo solo se serve. Quindi possono esserci casi in cui questa preparazione può essere tranquillamente evitata: quando usiamo vasi piccoli e/o quando coltiviamo piante annuali.
  • Vasi piccoli: consideriamo "piccolo" un vaso il cui diametro non superi i 25 cm. Siccome un vaso non va riempito completamente (vedi qui), se prevediamo anche uno strato drenante toglieremo una notevole quantità di terra utile alla pianta. In più in un vaso piccolo lo strato di terriccio non sarà mai così spesso da causare un ristagno d'acqua preoccupante (sempre ammesso che siate attenti a come irrigate), e sempre questo motivo unito all'assenza di uno strato inerte sul fondo del vaso vi permetterà di annaffiare la pianta direttamente dal sottovaso (evitando così di bagnare le foglie e/o di spandere acqua sul pavimento).
  • Coltivazione di piante annuali: solitamente la coltivazione di una pianta annuale, come basilico o calendula, terrà occupato il vaso per circa 6-8 mesi del periodo caldo dell'anno. Quindi, in special modo se la pianta in questione va tenuta al sole, il pericolo di ristagno è minimo se si irriga in modo adeguato; ed in più il periodo corto della coltivazione stessa può fare evitare il "fastidio" di perdere tempo e materiale per un vegetale che userete solo pochi mesi.
Ovviamente queste sono regole di base: niente vi vieta di preparare un drenaggio se vi trovate in queste due situazioni, di certo non farete male alla pianta in questione (anzi tutto il contrario). In più vi sono casi particolari che dovrete considerare di volta in volta. Ad esempio sono anni ormai che coltivo piante di Kalanchoe blossfeldiana, di cui una allevata da quando era un rametto in un vaso piccolissimo fino ad ora che è quasi un piccolo cespuglio. Dai vari rinvasi ho notato che il suo sviluppo radicale è abbastanza ridotto e superficiale, anche se la parte aerea molto rigogliosa può a prima vista far pensare il contrario: da questo si deduce che un vaso di 25 cm è già abbastanza grande e può durare diversi anni usando lo stesso terriccio. Tutti questi fattori, uniti al fatto che la kalanchoe è una pianta succulenta che abbisogna di poca irrigazione, impongono un drenaggio ben fatto nel vaso anche se lo consideriamo di piccole dimensioni.

Parliamo ora di come preparare un drenaggio. Innanzitutto lo potete fare con diversi materiali, di cui i principali sono:
  • Cocci di terracotta (ad esempio da vasi rotti).
  • Sabbia (tassativamente non di mare, la quale contiene sale).
  • Sassolini.
  • Argilla espansa (in forma di granuli).
  • Perlite (materiale poroso ottenuto dal riscaldamento di rocce vulcaniche, in forma di sassolini).
  • Lapilli vulcanici (sempre in forma di sassolini).
Vediamo come questi materiali possono essere usati e/o combinati nella preparazione di un drenaggio, tornando alla prima tabella esposta:
  • USO DI TERRICCIO GRANULOSO. Esistono terricci di diverso tipo, adatti a diversi tipi di piante. I vari terricci sono diversi anche come consistenza, a seconda di come sono stati preparati e della loro composizione, e purtroppo la potrete scoprire solo con l'uso: alcuni rimangono granulosi e screpolati, altri si pressano fino a formare un substrato sodo e compatto. Se un terriccio è granuloso l'acqua scorrerà facilmente tra le sue intercapedini, ed essendo più aerato si seccherà prima; se è compatto, quando viene irrigato all'inizio l'acqua fatica a penetrarlo ma una volta inumidito lo resterà più a lungo. Contare su di un buon drenaggio affidandosi solo alla consistenza del terreno è rudimentale e adatto solo per piante annuali, visto che a lungo andare qualsiasi terriccio si compatta a causa delle irrigazioni e del suo stesso peso.
  • MESCOLAMENTO DI MATERIALI INERTI. Se al vostro terriccio mescolate gli inerti elencati sopra lo rendete meno permeabile e più drenato per azione meccanica (in gergo, sarà più sciolto). A seconda della pezzatura (grandezza) di questi materiali l'acqua scorrerà via più o meno facilmente: un terreno mescolato con sabbia sarà più compatto, permeabile e meno drenato di uno mescolato con sassolini, lapilli, perlite o argilla espansa. Gli inerti che potete mescolare al vostro terriccio possono essere totalmente impermeabili (come i sassi) o possono assorbire un minimo grado di umidità (basso per perlite e lapilli, più alto per l'argilla espansa): se l'inerte ha questa capacità, oltre alla prima azione di drenaggio meccanico durante l'irrigazione ne causa una seconda assorbendo l'umidità del terriccio e restituendola lentamente. Questo è un buon sistema, e sempre consigliabile se avete a che fare con piante che temono i terreni troppo umidi, tenendo presente che i materiali usati (visto che sono mescolati al terriccio) devono essere puliti e lavati accuratamente, e possibilmente sterili per evitare pericoli di malattie.
  • STRATO DI INERTI SUL FONDO DEL VASO. È il classico sistema che tutti abbiamo visto applicare in modo rudimentale dalle nostre nonne o mamme, quando mettevano cocci sui fori di drenaggio dei vasi. Lo strato di materiali inerti sul fondo dei vasi è un sistema di drenaggio che permette all'acqua che attraversa il substrato di fluire via facilmente, ed allo stesso tempo impedisce che quella che ristagna nel sottovaso rientri in contatto col terriccio stesso. I materiali adatti a ciò sono i sassi o i cocci, l'argilla espansa, la perlite ed i lapilli. Preparare un drenaggio del genere è facile: basta fare uno strato del materiale scelto sul fondo del vaso (che però sia di una certa altezza minima, circa 2-3 cm) prima di versare il terriccio; quanto detto prima per l'argilla espansa vale anche in questo caso.
Questi sistemi possono ovviamente essere combinati insieme per un migliore drenaggio. 

Concludo l'argomento con due considerazioni. La prima è il consiglio a preferire l'argilla espansa: è molto leggera rispetto agli altri materiali e quindi aiuta a contenere il peso dei vasi (cosa utile specie nel caso dei balconi, che è sempre meglio non sovraccaricare). La seconda è che buon drenaggio significa anche aumento di dilavamento, cioè l'acqua scorrendo può portare con sé le sostanze nutritive del terreno causandone un certo impoverimento: cosa a cui si può ovviare riversando l'acqua finita nel sottovaso nel substrato del proprio vaso.