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14 giugno 2015

Piante grasse/succulente, falsi miti da sfatare

Come coltivare le piante grasse o succulente nel giardinaggio

Ho già accennato in altri post a quanto non sia sempre facile reperire informazioni corrette riguardo alle tecniche di giardinaggio, sia in rete che nella vita reale. Capita spesso che si compri una pianta di cui non si sa niente, che si ricevano i consigli sbagliati, che la pianta di conseguenza patisca e muoia e che, infine, si concluda erroneamente di avere il famoso pollice nero e di essere negati per il giardinaggio. Una delle categorie vegetali che soffre di più di questo flusso di informazioni errate è quelle delle piante grasse o, per essere più precisi, succulente.

Le succulente sono circondate da un alone di fuorvianti luoghi comuni che si riassume in pratica in: "tanto sole e pochissima acqua". Vi posso anticipare già da ora che questo tipo di pensiero diffuso spiega i tanti cactus stentati ed ingialliti che vedete su balconi e davanzali della vostra città. Ma andiamo con ordine e vediamo tutti gli aspetti del problema, tenendo presente che questo post è dedicato alla coltivazione di succulente in zone temperate.

ESPOSIZIONE. Tutti pensano che una succulenta, evocando l'immagine di deserti assolati, prosperi solo esposta al pieno sole estivo. Niente di più sbagliato. Quello delle succulente è un mondo vastissimo: alcune amano effettivamente il sole cocente ma altre necessitano di mezza ombra e/o di essere comunque protette dal sole nelle ore più calde. Vedi ad esempio gran parte delle Crassulacee (come la Kalanchoe blossfeldiana), che prosperano nella mezza ombra. 

C'è poi un fattore importante da tenere presente: molte piante provengono da vivai o case private, dove sono nate e cresciute al coperto ed al riparo dal sole, e quando arrivano da voi vivono circa metà dell'anno al chiuso. Questo fa sì che si adattino ad una condizione ombreggiata, perciò quando le esponiamo subito al pieno sole si scottano, la crescita rallenta, foglie e steli si scuriscono e si afflosciano. Sembra un paradosso, ma una pianta originaria dei deserti sudamericani è potenzialmente più delicata (rispetto all'esposizione solare), di una comune pianticella nostrana. Ad esempio, se in inverno piantate in semenzaio una normalissima calendula, facendola crescere al coperto, e poi ai primi caldi primaverili la esponete subito al pieno sole, essa non farà altro che prosperare. Fate la stessa cosa con un'aloe e vedrete cosa succederà. 

Quindi una succulenta abituata a non ricevere sole diretto avrà bisogno di un graduale periodo di adattamento, aumentando le ore di insolazione poco a poco. A seconda della pianta e della zona climatica dove abitate tale periodo può variare.


IRRIGAZIONE. Chi acquista una succulenta si sente dire dal vivaista che basta darle un mezzo bicchiere d'acqua una volta al mese (o cose simili). Anche questo è un concetto sbagliato. È vero che la caratteristica delle succulente è di quella di essersi evolute ed adattate a sopravvivere per periodi di siccità più o meno lunghi, ma il punto è proprio questo: sopravvivere non è vivere

Il fatto che una specie vegetale non subisca danni se per 50 giorni non irrighiamo non significa che non gradisca una razione d'acqua più frequente. Ciò che bisogna evitare è il ristagno idrico, cioè avere un terreno costantemente inzuppato d'acqua: situazione questa che porterebbe danni potenzialmente molto gravi, come soffocamento delle radici e malattie da funghi. 

Sono da preferire irrigazioni abbondanti come quantità e poco frequenti, aspettando che il terreno si asciughi tra un'annaffiatura e l'altra, piuttosto che bagnare un poco il substrato tutti i giorni. Questo simula abbastanza bene le condizioni climatiche di molti luoghi aridi, con lunghi periodi di siccità intervallati da piogge torrenziali. 

Attenzione però che vi sono succulente che amano i terreni leggermente e costantemente umidi, come ad esempio l'Epiphyllum, conosciuto anche come lingua di suocera.


SUBSTRATO. Non è detto che, per far crescere una succulenta, dobbiate simulare un deserto africano in balcone. Esistono terricci specifici per cactacee, ma anche qui non bisogna generalizzare: ripetiamo che non tutte le piante succulente sono uguali e necessitano delle stesse cose. 

Alcune amano terreni più sabbiosi di altre, altre vogliono substrati a reazione più o meno acida, altre ancora gradiscono più o meno sostanze organiche ed inerti nella mescola. Tutte però devono avere un substrato molto drenante e che non trattenga troppo l'umidità (vedi paragrafo precedente). Tenete presente che anche qui vale il discorso dell'adattamento. Una pianta succulenta che in teoria ha bisogno di terreno incoerente (cioè con molti detriti inerti e poco materiale organico) può benissimo vivere e prosperare in normali terricci universali. Ci sono però specie molto particolari e delicate che hanno bisogno di substrati adeguati e non scelti a caso.